Chi c'era l'anno scorso o ha visto la diretta streaming su Red Bull Droppa l'ha capito subito: in Italia non c'è mai stato un evento come il Red Bull 64 Bars Live. Primo, per la natura in sé dello show. Un gigantesco freestyle, basato sul format delle 64 barre che ormai conosciamo tutti, che coinvolge però non un solo artista ma l'empireo del rap italiano - un format dal vivo che è nato apposta per l'evento e apposta per l'Italia. Tutti/e i/le rapper più forti del momento sullo stesso palco, la stessa sera. E questo ci porta al secondo elemento che rende unico il Red Bull 64 Bars Live.
Ci si poteva muovere con molta più comodità organizzandolo a Milano o Roma, appoggiandosi su canali di dialogo già ben collaudati e aperti con le istituzioni locali, e invece si è scelto di farlo a Scampia. Il Red Bull 64 Bars Live riporta il rap a Napoli, nei posti in cui ha trovato le sue massime espressioni.
Non bastasse, a Scampia quest'anno ci siamo ritornati, giusto per ribadire che non è stata una manovra di "sfrutta e dimentica", e il 7 ottobre 2023 faremo le cose ancora più in grande (anche quest'anno potrai seguire la diretta streaming su Red Bull Droppa). OK ma, alla luce di tutto questo, come è nato il Red Bull 64 Bars Live? Si fa prima a chiederlo a una delle menti che l'ha partorito, uno che di eventi sa il fatto suo, autore e direttore creativo dello show: Carlo Pastore.
Come descriveresti il Red Bull 64 Bars Live?
Secondo me questa cosa del Red Bull 64 Bars live è una figata. Perché è la prima volta che un brand crea un contenuto digitale, quindi un contenuto fine a se stesso e non per vendere in maniera diretta un prodotto, e questa cosa diventa man mano così forte da meritarsi di diventare un evento live. Prima è stato un format YouTube (e lo è ancora), poi è diventato un disco (perché la gente questi freestyle se li ascolta tutti i giorni) e poi dopo il disco cosa si fa? Si porta dal vivo. Ha avuto quasi una carriera da artista, volendo. Come un artista Gen Z, che inizia prima sui social e YouTube e poi finisce su un palco.
Già, però un pelino più impegnativo di un singolo artista.
Sta proprio lì il divertimento. Scrivere un format che prima non c'era, e portarlo avanti con la seconda edizione, che però rispetti i valori e l'essenza di Red Bull 64 Bars. La cornice dal vivo poi dev'essere speciale, di grande spettacolo. Alla fine, non è uno spettacolo enorme. Oggi il pubblico è abituato ormai a show come Travis Scott o The Weeknd.
Sì, robe giganti da 70mila persone.
Giganti e con un livello di produzione che puoi permetterti solo in un grande tour, non in un evento one shot come il Red Bull 64 Bars Live. Se fai più date, ammortizzi. Noi invece facciamo un grande evento a nostro modo in un posto che non ospita mai grandi eventi. Questo è il valore autentico. Scampia, per il secondo anno di fila, è il teatro del Red Bull 64 Bars Live.
Come è riuscita Red Bull ad atterrare in un luogo così, nel quale non si erano mai tenuti simili eventi?
C'è stato un grande lavoro con tutti i partner di Red Bull. Soprattutto con l'agenzia, con la municipalità di Scampia, il comune, con le associazioni locali. C'è una rete di una trentina di associazioni locali con cui Red Bull ha mantenuto un discorso costante. E poi anche con il supporto degli artisti locali. Un lavoro di raccordo delle parti davvero ottimo, pur con le varie specificità, che alla fine ha pagato. L'anno scorso non siamo arrivati lì per sfruttare un certo tipo di immaginario, e questo è stato chiaro fin da subito. Neanche per sfruttare Scampia. Abbiamo creato opportunità lavorative.
Ritornandoci quest'anno, poi, abbiamo sottolineato che Scampia per Red Bull non è qualcosa da usare e dimenticare. C'è un ritorno, una restituzione di alcuni luoghi alla comunità. Ti faccio un esempio: i giardini di Scampia sono stati completamente ripuliti. Ora è un altro posto, vedessi quanto sono belli.
Quali sono le novità della seconda edizione di quest'anno?
Il mantra di quest'anno è stato ripetersi e superarsi. Innanzitutto era difficile fare una cosa come quella dell'anno scorso, ma comunque hai dalla tua qualcosa che mai era stato fatto prima. Tornando a Scampia cosa fai? Qualcosa di diverso, senza però stravolgere tutto. L'idea è di rendere il format riconoscibile. Rispetto all'anno scorso quindi trasformiamo l'immaginario: nel 2022 era uno scenario da videoclip, nel 2023 è uno scenario gamificato. La svolta è nel racconto della location in cui saremo.
Per cui, non andremo a creare dei live videoclip separati per accompagnare le performance dei vari artisti, ma dei mondi che sbloccano i chakra di Scampia. Quando tu vai lì, la prima cosa che vedi sono le Vele. È quello che salta all'occhio per primo, insieme alla grande normalità del luogo: è una periferia italiana. Conosciamo le Vele perché le abbiamo viste in mille film, serie, video. La differenza qui è di provare a costruire un "attorno" a Scampia diverso dal solito. Come puoi farlo? Con la fantasia.
Da lì, l'invenzione della Scampia nel futuro.
Sì. In un mondo del futuro pieno di replicanti, abbiamo immaginato che gli unici esseri in grado di parlare con vere parole sono i rapper. In quel caso però sono rapper trasformati in avatar. Sarà questo il vero ingresso degli artisti sul palco.
Il Red Bull 64 Bars Live verrà mai internazionalizzato dalle varie sedi di Red Bull come format?
L'obbiettivo è quello. Quest'anno abbiamo cercato proprio di identificare e isolare elementi caratteristici riproducibili altre volte in altri posti. Diventerà un format e magari nei prossimi anni ci sarà un Red Bull 64 Bars Live in Sudafrica, o in Austria. Così come in Italia c'è già stato il Culture Clash o il Sound Clash, entrambi format che l'Italia ha importato da altre sedi estere di Red Bull.
In effetti, il Red Bull 64 Bars è un'invenzione di Red Bull Nuova Zelanda.
Vero, ma il Red Bull 64 Bars Live è 100% made in Italy. Questo comunque ci dimostra come i format tra le varie nazioni possano essere scambiati e adattati al meglio. C'è sempre quella dose di sartorialità che a me piace molto. In Nuova Zelanda non so se ne parlano ancora. Qui il Red Bull 64 Bars è qualcosa di epico, ha spaccato come in nessun'altra nazione. E la sua versione live è la sublimazione del Red Bull 64 Bars, come format digital. Cioè, un momento rap senza ritornello, solo freestyle.
Dal vivo puoi aggiungere anche la celebrazione mettendo il ritornello. Ma c'è un'attenzione lirica massiccia, che è un momento sempre meno presente nei live di oggi. Un momento di sfida, anche nei confronti dell'attenzione del pubblico. La challenge di questo evento è soprattutto questa. Oggi che il rap è diventato mainstream, quasi dato per scontato, noi facciamo un evento che ha per location, artisti e scaletta una fortissima componente rap.