Cristina Gutiérrez ha festeggiato spesso durante la sua carriera agonistica
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Rally Raid

Cristina Gutiérrez sta aprendo la strada nel mondo dei rally raid

Umanitaria, ambientalista e campionessa mondiale di corsa: sono molte le caratteristiche che rendono speciale Cristina Gutiérrez, una donna leader nel mondo dei rally raid
Di Red Bull Team
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Tra i grandi meriti del Rally Dakar c'è sicuramente quello di riunire alcuni grandi del motorsport provenienti da diverse discipline. Campionato del Mondo Rally, Enduro, corse nel deserto: nessuno di questi ambienti è riuscito a resistere al fascino selvaggio di una delle gare più dure del mondo.
Oltre a questo, tuttavia, il Rally Dakar di meriti ne ha anche altri. Uno su tutti il fatto che, grazie alla crescita avuta nel corso degli ultimi anni, il più celebre dei rally raid non solo abbia ispirato altre gare off-road estendendo la competizione a buggy da corsa leggeri, ma abbia anche contribuito a formare una nuova generazione di piloti specializzati. Come Cristina Gutiérrez, per esempio.
Oggi parte del Red Bull Off-Road Junior Team, la Gutiérrez ha imparato a correre nel Campionato Spagnolo Rally All-Terrain. Lì ha letteralmente dominato la categoria femminile, centrando sei titoli consecutivi e il secondo posto assoluto nel 2015.
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Il suo debutto alla Dakar

Quel successo ha dato alla Gutiérrez la convinzione e il supporto necessari per permetterle di competere a livello internazionale al Sealine Rally in Qatar prima e alla Dakar 2017 poi. Quella edizione del celebre rally raid è stata consegnata agli archivi come una delle più difficili della storia. Il direttore sportivo dell'evento, Marc Coma, si assicurò che il percorso fosse particolarmente impegnativo ancora prima che alcune tra le peggiori inondazioni che Bolivia e Argentina ricordino colpissero il percorso.
Gutierrez in azione al Rally Dakar 2023

Gutierrez in azione al Rally Dakar 2023

© Marcelo Maragni/Red Bull Content Pool

Al volante del suo Mitsubishi Pajero, guidando lungo un percorso insidioso fatto di fango, rocce, acque profonde e persino frane, la Gutiérrez è diventata la prima donna spagnola a completare il rally su quattro ruote. Ha dimostrato di avere non solo la velocità ma anche la capacità di giudizio per raggiungere il traguardo in un percorso che è riuscito a piegare campioni affermati come Nasser Al-Attiyah e Carlos Sainz. Gutiérrez ha ripetuto l'impresa nelle due Dakar successive, migliorandosi in classifica fino a centrare il 26° posto assoluto nel 2019.
I risultati da lei ottenuti hanno attirato l'attenzione di Lewis Hamilton, che l'ha scelta per fare parte del suo nuovo team di Extreme E insieme a Sébastien Loeb. È stato proprio l'alsaziano a farle ottenere un posto nel nuovo Red Bull Off-Road Junior Team all'interno della categoria Lightweight, che prevede piccoli buggy per due persone o SxS (side-by-side).
Alla sua prima uscita nella categoria Lightweight, Gutiérrez è diventata la prima donna a vincere una tappa della Dakar dopo i successi ottenuti dalla brillante Jutta Kleinschmidt nel 2005.
Loeb, Kleinschmidt, Hamilton: alcune delle figure chiave per la carriera della Gutiérrez sono al loro posto. Il viaggio della spagnola fino a questo punto, però, è stato decisamente arduo e complesso: facciamo dunque un passo indietro per capire dove - e come - tutto è iniziato.
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Crescere in fretta

Gutiérrez è cresciuta in una famiglia di medici a Burgos, in Spagna. Suo padre è un dentista, appassionato di sport motoristici. Una di quattro fratelli, ha seguito le orme del padre tanto diventando dentista quanto inseguendo una carriera come pilota. Ha iniziato a correre sui kart insieme a suo fratello nella pista locale.
Un giorno decisero di partecipare a una gara. "Avevano messo dei pallet di fieno su un circuito", ricorda Gutiérrez. "Lo dissi a mio padre, a cui piacque l'idea e ci iscrisse. Avevo nove o dieci anni, ma il giorno prima della gara mi sembrava di non avere più il coraggio di farlo. La verità è che ero l'unica ragazza, e in quel momento mi sentivo in imbarazzo e non avevo il coraggio di partire. Mio fratello si è iscritto alla gara".
È una storia che risuonerà familiare a molte ragazze interessate agli sport motoristici.
La Gutiérrez gareggia da quando era un'adolescente

La Gutiérrez gareggia da quando era un'adolescente

© Kin Marcin/Red Bull Content Pool

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Trovare i giusti modelli di riferimento

Nonostante queste iniziali difficoltà, Gutiérrez era ancora affascinata dagli sport motoristici. Guidava i kart, andava in bicicletta e sviluppava le sue abilità ogni volta che gli studi le lasciavano del tempo libero. Allo stesso tempo, gli sport motoristici si stavano diffondendo sempre di più in Spagna e il paese era diventato una fucina di talenti.
Fernando Alonso era passato dall'avere origini relativamente umili a diventare due volte campione del mondo di F1, i piloti spagnoli Marc Márquez, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa stavano marchiando a fuoco un'era della MotoGP™. Lontano dagli sport motoristici, un tennista di Maiorca stava dimostrando che con forza e determinazione si può arrivare in alto.
"Rafa Nadal è al 100% il mio punto di riferimento e lo è da anni", dice Gutiérrez. "Rafa ha così tanti aspetti dai quali si può trarre ispirazione: non si tratta solo dello sport, ma dei valori che ha, di quelli che comunica, di come parla, di come si rivolge alle persone".
"Non si arrende mai. I valori degli atleti ti colpiscono molto, ed è come se imparassi da tutto ciò che fa. Mi piace guardarlo".
Da adolescente, Gutiérrez ha avuto una donna nel mondo dell'automobilismo che le ha dimostrato che fosse possibile avvicinarsi al mondo della F1. Nel 2012, María de Villota ottenne il ruolo di terzo pilota con il Marussia F1 Team. Forse alcune barriere stavano iniziando a cedere.
"Ho fatto un corso di guida con María, e mi è piaciuta molto. Era fantastica con i media, era al top. È importante avere una figura con la quale ci si possa relazionare".
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Un'innegabile voglia di vincere o solo testardaggine?

Una volta superato l'esame di guida, Gutiérrez e suo fratello iniziarono a gareggiare partecipando per la prima volta alla Históricos Baja Tierras del Cid a Burgos.
"Avevamo degli amici che gareggiavano con una 4x4", racconta. "Ho iniziato a chiedere loro informazioni: 'Come funziona? Come si fa a guidare insieme?'. Eravamo molto interessati. L'idea era di scambiare i ruoli con mio fratello: il primo giorno lui sarebbe stato il copilota e io il pilota, mentre il giorno dopo ci saremmo invertiti. Nella prima gara è toccato a me fare il pilota e mi è piaciuto molto. Visto il mio modo di essere, ho detto: 'No, no, non vado come copilota, vado come pilota o non vado affatto'".
La Gutiérrez ora partecipa al Campionato del Mondo Rally Raid

La Gutiérrez ora partecipa al Campionato del Mondo Rally Raid

© Kin Marcin / Red Bull Content Pool

La mia forza è la perseveranza, alcuni piloti non ce l'hanno, quindi la uso per combattere
Con alcuni fratelli una simile presa di posizione avrebbe potuto portare a un grosso litigio, ma suo fratello si è dimostrato pragmatico. "Sono testarda, molto testarda", dice. "Mio fratello è l'opposto: è molto pacifico e si prende sempre cura di me. Mi ha detto: 'Vedo che stai andando bene, preferisco lasciare a te la guida'".
Lei è rimasta fedele alle sue idee e le sue capacità sono state premiate. Nadal sarebbe orgoglioso. "Abbiamo corso insieme per cinque anni e in quell'arco di tempo siamo riusciti a vincere il campionato spagnolo. Ero così felice di essere riuscita a farlo con mio fratello".
Quest'ultimo, dopo questa esperienza nel mondo delle corse, ha preferito tornare sui libri: ha studiato per gli esami finali ed è diventato medico.
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Perché la gente la chiama Tortu?

"È il soprannome che avevo a scuola perché amavo la velocità. Ho sempre pensato che fosse molto divertente", dice Gutiérrez ridendo. "Ho anche aggiunto una tartaruga come logo".
E forse è una scelta azzeccata, essendo proprio l'animale più lento tra i due a vincere la famosissima gara tra la lepre e la tartaruga. "Il mio punto di forza è la perseveranza. Alcuni piloti non ce l'hanno, quindi la uso per combattere", dice Gutiérrez. "Forse non sono il pilota più veloce al 100%, ma sono molto costante e, dal punto di vista mentale, molto forte".
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Dominare in Spagna

La Gutiérrez ha continuato a studiare e a gareggiare, finendo per dominare la categoria femminile del campionato spagnolo. Uscire dal guscio del proprio Paese, tuttavia, si stava rivelando più difficile e complesso del previsto.
Gutiérrez si allena ad Abu Dhabi

Gutiérrez si allena ad Abu Dhabi

© Kin Marcin/Red Bull Content Pool

"Quando gareggiavo nel campionato spagnolo cercavo di rimanere realistica", spiega. "Sappiamo tutti quanto sia difficile entrare nel mondo dell'automobilismo, per non parlare di quanto sia difficile guadagnarsi da vivere. All'epoca il mio obiettivo era quello di gareggiare in Spagna e di fare del mio meglio".
Seguirono diversi campionati in cui venne incoraggiata dai suoi più grandi fan: la sua famiglia. "Venivano con me a ogni gara", racconta. "Hanno partecipato ai momenti belli e brutti. E quando faccio bene, loro sono i più felici".
"C'è stato anche un momento in cui ho quasi smesso. Avevo 22 anni, ho ribaltato l'auto e l'ho distrutta. Mio padre la riparò di nascosto, sistemò tutto e la lasciò pronta per la gara successiva".
I premi in denaro accumulati fino a quel momento erano però sufficienti solo per sostenere un altro anno di gare, e Gutiérrez stava anche studiando un master in odontoiatria. Senza un grande finanziatore, la spagnola sapeva che non avrebbe mai avuto la possibilità di fare un passo avanti e di mettersi alla prova in una competizione internazionale.
"Ho corso per 10 o 11 anni dopodiché, all'improvviso, la FIA ha inviato a tutte le ragazze della Federazione una richiesta per partecipare a un campus femminile in Qatar nel 2016", rivela Gutiérrez. "Quello è stato il salto di qualità. Ho inviato la mia candidatura e sono stata selezionata. Siamo andati in Qatar e gli insegnanti erano Kleinschmidt e Fabrizia Pons".
Volevo finalmente dimostrare cosa potessi fare con un'auto all'avanguardia
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La grande occasione di Gutiérrez

Il corso di perfezionamento in Qatar è stato un punto di svolta importante: ha ampliato gli orizzonti della Gutiérrez e le ha dimostrato di essere una pilota di alto livello. È stata selezionata tra 180 piloti per far parte di una ristrettissima selezione di nove - tra cui Molly Taylor ed Emma Gilmour - e ha lavorato con due leggende delle corse off-road.
La Gutiérrez si è classificata tra i primi tre e se n'è andata con la fiducia necessaria per preparare la sua prima partecipazione alla Dakar. Prima di tutto, aveva bisogno di un finanziatore. "Ho contattato il vicepresidente del Grupo Antonlín, una grande azienda locale di Burgos", racconta.
"Abbiamo legato molto bene: ha visto qualcosa in me - e ancora oggi non so cosa fosse - e mi ha aiutato molto, moltissimo. È grazie a questo supporto che sono arrivata alla Dakar".
L'edizione del 2017 è stata una svolta e non è un caso che Gutiérrez abbia corso per raggiungere il traguardo. Non per assicurarsi una posizione di rilievo, ma perché sapeva che raggiungendo Buenos Aires avrebbe potuto attirare più sponsor. "Non puoi immaginare quanto sia difficile passare tutto l'anno a cercare un sostegno finanziario solo per una gara", dice. "Anche in quel caso, non avevo le risorse per avere un'auto competitiva. Può essere davvero frustrante".
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Una scommessa

In vista del Rally Dakar 2021, lo sponsor principale di Gutiérrez si è ritirato. La MINI X-Raid, un'auto che per moltissime edizioni aveva occupato le primissime posizioni della classifica assoluta, le ha offerto un sedile. Dopo anni di Gutiérrez aveva finalmente accesso a un pacchetto competitivo ma, come nel più classico degli incubi, non c'erano a disposizione i soldi per assicurarselo.
"È stato davvero frustrante. Ho annunciato che avrei mollato perché non avevo il supporto finanziario per la Dakar", racconta Gutiérrez. C'era però ancora un barlume di speranza: MINI le offrì la possibilità di partecipare al primo Rally di Andalusia in Spagna. Si trattava di un evento più vicino a casa e su scala più piccola, il che lo rendeva più accessibile. A causa della pandemia non c'erano altre grandi gare di rally raid, e dunque ciò voleva dire che tutte le grandi star avrebbero utilizzato proprio quell'evento come preparazione per la Dakar.
Cristina Gutiérrez al traguardo del Rallye du Maroc

Cristina Gutiérrez al traguardo del Rallye du Maroc

© Kin Marcin/Red Bull Content Pool

Gutiérrez chiese un prestito per pagare il suo posto in gara. "Stavo mettendo a repentaglio la mia intera carriera da pilota, ma volevo finalmente dimostrare cosa potessi fare con un'auto all'avanguardia".
Era la classica situazione da tutto o niente, ma l'azzardo di Gutiérrez ha dato i suoi frutti: si è classificata quarta e pochi giorni dopo ha ricevuto un messaggio. Era il manager del team Extreme E di Lewis Hamilton che le chiedeva un incontro. "Volevano assumermi per la Extreme E, che sarebbe partita a febbraio dell'anno successivo. Mi dissero che il mio capo sarebbe stato Lewis Hamilton e il mio compagno di squadra Sébastien Loeb. È stato surreale".
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Dimostrare di essere ai massimi livelli

Ha incontrato Loeb durante i test nel Regno Unito a metà dicembre. Il nove volte campione WRC la conosceva già grazie alle sue imprese alla Dakar. Quando lei ha rivelato che non avrebbe corso nel 2021, il francese ha fatto una telefonata e le ha detto: "Qualcuno della Red Bull ti chiamerà".
Il giorno dopo era a Dubai per i test e fu ingaggiata dal Red Bull Off-Road Junior Team per affrontare il celebre rally raid alla guida di un buggy Overdrive OT3 nella categoria T3 Lightweight. Mancavano due settimane all'inizio della gara. "È stato pazzesco. La mia vita è cambiata in meno di un mese".

Il record di gare di Cristina Gutiérrez

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Una storica vittoria di tappa alla Dakar

La sua Dakar 2021 è iniziata nel migliore dei modi con una vittoria nella prima tappa. Nessuna donna aveva mai vinto una tappa alla Dakar dai tempi della sua tutor Kleinschmidt nel 2005. Ma per Gutiérrez non c'è stato tempo di festeggiare. "Ero sotto shock, non riuscivo a capacitarmi di quello che era appena successo".
La Gutiérrez e il suo nuovo copilota François Cazalet hanno a lungo dettato il ritmo nella categoria T3 riuscendo addirittura a vincere la tappa maratona, prima di essere costretti al ritiro. "Quando ho vinto la tappa e ho iniziato a gareggiare con Red Bull si sono aperte le porte: è stata una sensazione di liberazione, ora potevo dare tutto", dice Gutiérrez.
La Dakar 2021 è stata un momento cruciale nella carriera di Cristina

La Dakar 2021 è stata un momento cruciale nella carriera di Cristina

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La leggenda della Dakar Jutta Kleinschmidt e Cristina Gutiérrez

La leggenda della Dakar Jutta Kleinschmidt e Cristina Gutiérrez

© Julien Delfosse/DPPI/Red Bull Content Pool

"Quando il Rally Dakar è finito, ho capito che Red Bull era ancora interessata. È stata un'opportunità incredibile".
Oltre a gareggiare con Loeb nell'Extreme E, Gutiérrez partecipava anche alla Coppa del Mondo di Rally Cross Country (ora Campionato del Mondo di Rally Raid), che comprendeva il Rally dell'Andalusia, la Via della Seta e il Rally du Maroc. Gutiérrez quell'anno ha ottenuto una vittoria emozionante in Spagna. Durante il Rally del Kazakistan, secondo round del campionato, la spagnola ha dimostrato non solo le sue capacità di guida ma anche la sua incredibile determinazione.
In testa all'ultimo giorno, il suo buggy ha colpito una buca nel deserto all'inizio della tappa. La Gutiérrez si è rotta tre vertebre e il "dolore terribile" le ha tolto il fiato. Si è fermata, si è concentrata e ha scelto di continuare a correre. "Mi faceva così male che non riuscivo nemmeno a premere il freno. Cercavo solo di sopravvivere, frenando il più dolcemente possibile per non farmi male".
Gutiérrez e Cazalet hanno completato la tappa di 260 km e i 40 km di trasferimento che li separavano dal traguardo cerimoniale, con i paramedici che hanno poi trasportato la spagnola direttamente dal sedile all'ospedale.
Cristina mette alla prova il buggy OT3 alla Dakar del 2021

Cristina mette alla prova il buggy OT3 alla Dakar del 2021

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Dopo l'intervento chirurgico, Gutiérrez ha affrontato due mesi di fisioterapia e allenamento intensivo per tornare in forma e gareggiare di nuovo. La si è rivista al volante in occasione del Rally du Maroc, una gara durante la quale ha ottenuto altri punti fondamentali che, uniti al secondo posto centrato all'Abu Dhabi Desert Challenge, le hanno permesso di conquistare il titolo. Tornata alla Dakar 2023 come campionessa del mondo, nella passata edizione del rally raid la spagnola ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre: terzo posto assoluto e altre due vittorie di tappa. Ora è pronta per il 2024.
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Gutiérrez diventa elettrica

Il titolo conquistato nel 2022 non è stato l'unico successo ottenuto in carriera dalla Gutiérrez: insieme a Loeb la spagnola è infatti andata di bene in meglio nell'Extreme E, conquistando un podio nella prima prova in Arabia Saudita, vincendo l'ultima prova nel Regno Unito e chiudendo secondi nel campionato generale.
Cristina Gutiérrez e Sébastien Loeb in Marocco

Cristina Gutiérrez e Sébastien Loeb in Marocco

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"Il format di gara non è lo stesso del rally raid, ma le auto sono simili", ha spiegato Gutiérrez. "La gara migliore per me sarà in Arabia Saudita perché ci saranno molte dune di sabbia come alla Dakar".
Quest'anno la Gutiérrez ha poi fatto il proprio debutto anche nel campionato mondiale di Rallycross, gareggiando in Norvegia e nel famoso round di Holjes in Svezia.
Per la spagnola anche l'importanza della sostenibilità è un fattore chiave: "È importante avere questo tipo di campionato, al giorno d'oggi. Dobbiamo cambiare le nostre vite, e questo è il futuro!"
La Gutiérrez è anche coinvolta in diversi progetti ambientali, come quelli che - per esempio - mirano a ripulire gli oceani dalla plastica. Come dentista, ha anche prestato i suoi servizi a scopo umanitario in Burkina Faso. "Di solito lavoro con una piccola ONG", spiega. "Non ne parlo sui social media perché ci sono stati degli attacchi ed è meglio non attirare troppo l'attenzione sui progetti".
Campionessa mondiale di automobilismo, umanitaria, ambientalista e guaritrice. Gutiérrez si considera un modello? È tipicamente modesta, ma se potesse essere un Rafael Nadal per un ragazzo o una ragazza che sogna il successo ne sarebbe felice. "Non so se posso considerarmi un modello, ma se la mia storia dovesse ispirare qualcuno ne sarei sicuramente molto orgogliosa", dice. "Se potessi essere un punto di riferimento e aiutare ragazze e ragazzi ad avvicinarsi allo sport, sarebbe una cosa molto bella".

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