Lascia che ti aiutiamo a stringere gli ultimi bulloni mentre ti prepari ad affrontare il Rally Dakar 2025. Fidati: sarai chiamato il "Cervellone del Bivacco" quando racconterai queste curiosità sul rally raid più famoso e duro del mondo.
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Il Rally Dakar si corre sulla stessa distanza di un'intera stagione del WRC
Il Rally Dakar è un rally raid, ovvero una gara fuori strada che viene disputata su una lunga distanza e nell'arco di diversi giorni. Con una distanza totale di 7.759 km, di cui 5.115 km cronometrati, la Dakar rimane il più importante rally raid del mondo. Dal 2022 la Dakar è stata inserita nel Campionato Mondiale Rally Raid della FIA (W2RC), una competizione che si svolge in cinque tappe. All'interno del campionato la Dakar assegna punti doppi, in quanto è più lunga di una settimana rispetto agli altri quattro rally in calendario. Oltre alla Dakar in Arabia Saudita, il W2RC nel 2025 porterà la carovana di uomini e mezzi anche negli Emirati Arabi Uniti, in Sudafrica, in Portogallo e in Marocco.
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Non lasciare che un osso rotto ti rallenti
Il due volte vincitore nella categoria moto della Dakar Toby Price passerà alle quattro ruote per l'edizione 2025. L'australiano sarà al volante di una Toyota Hilux Overdrive, con il suo ex compagno di squadra KTM Sam Sunderland nelle vesti di copilota. Tuttavia, le imprese compiute da Price nel decennio che l'ha visto costantemente tra i protagonisti della Dakar non saranno dimenticate in fretta. La seconda vittoria di Price alla Dakar è arrivata nel 2019, l'anno in cui l'australiano ha regalato alla Red Bull KTM Factory Racing la 18ª vittoria consecutiva al famoso rally. A rendere speciale questo successo non sono stati però i freddi numeri, quanto il fatto che Price sia riuscito ad affrontare 5.200 km di sabbia, rocce e dune con un osso rotto! Poche settimane prima del via infatti, Price si era rotto lo scafoide del polso destro. L'australiano è stato anche accarezzato dal pensiero di non partecipare, ma alle fine si è invece imbarcato sul volo per il Perù ed è andato a vincere l'ultima Dakar ospitata in Sud America.
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I camion di supporto sono sia concorrenti che veicoli di servizio
I team più importanti hanno camion di supporto che durante ogni Stage trasportano attrezzature che possono essere utilizzate nel caso in cui gli equipaggi di punta incappino in un incidente o accusino un problema meccanico. Questi camion di supporto sono enormi e sono chiamati a coprire lo stesso percorso delle auto, seppure a velocità molto meno sostenute. Ma non è tutto: questi bestioni del deserto, infatti, gareggiano anche contro gli altri veicoli di supporto del rally nella classe dedicata ai Camion.
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Un occhio al futuro
Le caratteristiche uniche della Dakar la rendono un banco di prova impareggiabile per le tecnologie innovative. I deserti della Dakar sono stati a lungo - e involontariamente - un test per migliorare la velocità e la sicurezza, e il programma Dakar Future ha permesso alle auto ibride di raggiungere i livelli di prestazioni necessari per partecipare alla corsa con ambizioni di classifica. Questo è stato dimostrato quando il campione in carica della Dakar Carlos Sainz ha vinto il suo titolo 2024 con un'Audi RS Q e-tron dotata anche di motorizzazione elettrica. Nuove strade continuano ad aprirsi anche oggi, con sperimentazioni tecnologiche che potrebbero trasformare il panorama dei rally raid nei prossimi anni. Lo spirito pionieristico della Dakar è anche al centro del progetto Mission 1000, un'iniziativa volta a utilizzare il rally per sviluppare fonti di carburante più sostenibili.
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Il rally è iniziato con una persona che si è persa nel deserto
Thierry Sabine, un pilota di moto francese, stava partecipando al Rally Abidjan-Nizza del 1977 quando smarrì la strada. Rendendosi conto che navigare tra le remote dune di sabbia del deserto rappresentava una sfida sotto svariati punti di vista, organizzò il primo Rally Dakar. L'edizione inaugurale, chiamata Parigi - Dakar, partì dalla capitale francese nel dicembre del 1978 per giungere poi nella capitale del Senegal nel gennaio del 1979.
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La Dakar sarà sempre associata al colore rosa
Il traguardo della Dakar si trovava a Lac Rose, 30 km a nord della capitale senegalese. Il Lac Rose è stato chiamato così per via del suo colore inconfondibile: il lago ha infatti una colorazione rosa acceso, dovuta da un tipo unico di alga, la dunaliella salina. Il lago è così suggestivo che può essere visto dallo spazio e la sua sola vista - dopo due settimane di incessanti punizioni fisiche e mentali - in passato ha fatto scoppiare a piangere anche piloti adulti. La 47ª edizione del rally, che si terrà nel 2025, riecheggerà l'arrivo sul Lac Rose della Dakar. Nella dodicesima e ultima tappa la carovana sarà chiamata a una partenza di massa, proprio come avveniva quando la Dakar si svolgeva nel continente africano.
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La tappa Chrono di 48 ore è una gara nella gara
L'innovativo formato Chrono di 48 ore è stato introdotto nell'edizione 2024 della Dakar e, grazie al diffuso apprezzamento avuto da parte dei fan e dei partecipanti, ritornerà nel 2025. Il concetto alla base di questa tappa di due giorni sembra abbastanza semplice: trovare il giusto equilibrio tra prestazioni e affidabilità. Ma non prendiamoci in giro, niente è semplice alla Dakar. La mattina del 5 gennaio 2025 il convoglio della Dakar partirà dal bivacco di Bisha con un percorso di oltre 1.000 km da completare nei due giorni successivi. Allo scoccare delle 17:00 del 5 gennaio, i concorrenti dovranno fermarsi nell'area di sosta più vicina alla loro posizione (in totale ci sono sei aree di sosta disseminate lungo il percorso). Poi, la mattina del 6 gennaio, dovranno completare il resto della tappa cronometrata, ritornando al bivacco di Bisha. Bisogna prestare particolare attenzione all'aspetto meccanico per evitare di rimanere indietro in questa tappa mastodontica.
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Le categorie leggere permettono di scoprire nuovi talenti
Da quando la Dakar è stata trasferita in Arabia Saudita, c'è stato un enorme aumento di concorrenti che hanno partecipato iscrivendosi alle classi leggere del rally, come la categoria Challenger. I mezzi di questa categoria, come la Taurus T3 Max, ospitano un pilota e un copilota e sono una versione... ridotta delle auto da corsa della classe Ultimate guidate da leggende del calibro di Carlos Sainz, Nasser Al-Attiyah e Sébastien Loeb. Gareggiare nella classe Challenger è visto come il modo ideale per approcciarsi alla Dakar prima di approdare nella categoria regina. Lo hanno dimostrato i giovani rampolli del Red Bull Off-Road Junior Team Seth Quintero, Cristina Gutiérrez, Mitch Guthrie Jr. e Guillaume de Mévius, che si sono assicurati la guida della classe Ultimate alla Dakar 2025 dopo aver dimostrato il loro valore nella categoria Challenger.
"I Challenger hanno una velocità massima limitata a 135 km/h, mentre gli Ultimate possono raggiungere anche i 170 km/h", spiega De Mevius, che si è classificato secondo al suo debutto nella classe Ultimate. "Anche la resistenza della carrozzeria della Ultimate rappresenta un importante passo avanti: puoi attaccare molto di più su rocce e salti. Con una Challenger si arriva presto al limite, ma un'auto Ultimate può portarti ovunque".
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I paesaggi ti lasceranno a bocca aperta
Dopo essere stata ospitata dall'Africa prima e dal Sud America poi, l'attuale sede della Dakar è l'Arabia Saudita. La nazione mediorientale ha stupito i concorrenti con il suo terreno desertico, trasformandosi ben presto nella location ideale della Dakar. Poche cose hanno lasciato il bivacco della Dakar così sbalordito come AlUla e la regione circostante quando la gara è sbarcata per la prima volta in Arabia Saudita nel gennaio 2020. I paesaggi caleidoscopici fondono il peso della storia e un elemento di mistero in un'esperienza unica nel suo genere.
La Dakar è tornata più volte ad AlUla dopo il primo incontro con i siti archeologici e i templi nabatei disseminati nella città vecchia. È nei canyon di AlUla che i concorrenti della Dakar saranno messi alla prova con la Tappa Marathon del Rally Dakar 2025. Secondo le regole di questa particolare Stage della corsa, i concorrenti passano una notte accampati nel deserto, separati dai loro meccanici e dalle loro squadre di assistenza. Il che significa che qualsiasi riparazione necessaria sarà un lavoro da affrontare in solitaria.
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I piloti non hanno tempo per fermarsi e...
Alcuni piloti non riescono a sopportare l'idea di rimanere in macchina per un giorno intero. Alcune tappe richiedono 12 ore di guida e, beh, a volte la natura bussa alla porta. Per questo motivo, alcuni piloti hanno dei sacchi nelle loro tute da gara, in modo da poter contenere l'urina mentre superano fiumi e massi a 170 km orari. È solo uno dei tanti sacrifici fatti in nome del tentativo di vincere - o anche solo di completare - il Rally Dakar.
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