Drifting, l'arte dei traversi
© David Ishikawa/Red Bull Content Pool
Drifting

Drive Me Crazy: alla scoperta del drifting

Regole, format di gara, campionati e campioni: tutto quello che c'è da sapere su una delle discipline più in crescita del motorsport
Di Red Bull Team
6 minuti di letturaPublished on
Il drifting è una delle discipline protagoniste di Drive Me Crazy, il nuovo programma sui motori di Red Bull Italia con Irene Saderini in onda dal 13 novembre alle 22:15 su Motor Trend, canale 56. Conosciamola meglio.

1 min

Drive Me Crazy - Trailer: Irene Saderini alle prese con il drifting

Nella terza puntata della serie, in onda mercoledì 20 novembre alle 22:15 su Motor Trend (canale 56), Irene si ritrova a far da passeggera ai Drift Brothers durante il Campionato Europeo di Drifting.

Cos’è il drifting

Il drifting, dall’inglese "to drift" (andare alla deriva, vagare), è una disciplina automobilistica in cui non conta la velocità, ma l’abilità nel completare un percorso rispettando una specifica tecnica di guida. A stabilire il vincitore non è quindi il cronometro, ma una giuria di esperti chiamati a valutare la capacità dei concorrenti nel controllare il loro veicolo in continua derapata, ovvero in condizioni di perdita d’aderenza delle ruote posteriori, con l’asse longitudinale della vettura che quindi non è allineato alla traiettoria ottimale di percorrenza, e con le gomme che graffiano disperatamente l'asfalto producendo quelle nuvole di fumo che sono l'aspetto più caratteristico e spettacolare della disciplina. Oggi in molti casi la giuria è coadiuvata dai dati telemetrici rilevati su ogni vettura in gara.

Le regole base del drifting

Si corre su auto rigorosamente a trazione posteriore, derivate da modelli di serie. Generalmente in autodromo, anche se non mancano gare su strade pubbliche chiuse al traffico. In ogni caso bisogna compiere un percorso fatto di continue curve di diverso raggio da percorrere con il veicolo in estremo sovrasterzo. Nel farlo i concorrenti devono rispettare le seguenti regole, su cui si basa la valutazione della giuria.
  • Mai far riprendere aderenza alle ruote posteriori, nemmeno nel passaggio da una curva destra ad una a sinistra o viceversa, o nei tratti rettilinei tra una curva e un'altra
  • Mai riallineare le ruote anteriori con l'asse longitudinale del veicolo o addirittura generare sottosterzo
  • Anticipare il più possibile (dopo aver acquistato adeguata velocità) l'ingresso in sovrasterzo alla prima curva: più metri si percorrono in derapata, più punti si prendono.
  • Mantenere lungo tutto il tracciato il maggior angolo di sbandata possibile in ogni singola curva. Più la vettura si avvicina ad un angolo di 90 gradi rispetto alla carreggiata, più punti si prendono.

1 min

Red Bull Drift Shifters 2014 Highlights

Drifting estremo sulle strade di Auckland

  • In percorrenza di curva, restare il più vicino possibile alla traiettoria ideale, quella che si seguirebbe in una competizione di velocità.
  • Passare il più vicino possibile con l'avantreno o con il retrotreno a dei punti prestabiliti del percorso, detti Clipping Point, posti all'esterno o all'interno della curva. I Clipping Point possono essere semplici birilli, muri o guard rail. Abbattere o toccare i Clipping Point comporta punti di penalità.
  • Mantenersi il più possibile vicino al concorrente davanti (nelle sfide uno contro uno) senza toccarlo, portiera contro portiera.
  • Eseguire il tutto con la maggior fluidità e velocità possibile, rispettando tutte le singole regole precedenti. La velocità in sé conta poco, se non si rispettano le regole precedenti, ma è comunque un parametro che entra nella valutazione della giuria. Per fluidità, invece, si intende eseguire il tutto mantenendo una guida più pulita possibile senza troppe correzioni e movimenti dello sterzo e dell'auto.
Joe and Elias Hountondji in action.

Sportellate in una tappa del Drift European Masters

© Christian Stadler/Red Bull Content Pool

I campionati drifting e i format di gara

Attualmente nel mondo esistono oltre 200 competizioni internazionali di drifting puro, la maggior parte delle quali in Giappone, paese in cui questa specialità del motorismo è nata negli anni ‘70. Grazie soprattutto alla figura di Kunimitsu Takahashi, pilota di moto (il primo giapponese a vincere un Gran Premio del motomondiale, in 250, nel 1961) poi convertitosi alle 4 ruote, considerato il vero padre del drifting moderno. Tra le serie più importanti, il D1 Grand Prix appunto in Giappone, la Formula Drift negli Stati Uniti e ancora in Giappone, e il Drift Masters European Championship in Europa.
In Italia esiste un Campionato Italiano Drifting che assegna i titoli nelle categorie Racing Pro, Racing Pro 2 e Street Open. In occasione di queste gare vengono spesso organizzati i “raduni drifting”, appuntamenti didattici senza risvolti agonistici, che rappresentano un buon modo per avvicinarsi a questa disciplina. Unici requisiti, oltre alla patente, sono la licenza ACI di Concorrente/Conduttore Regolarità o licenza giornaliera di Regolarità, e il casco omologato al regolamento ECE 022/02 022/03 e 022/04.
Pur con alcune differenza tra le diverse serie, il format di gara prevede di solito turni di prove libere prima della gara, in cui i concorrenti familiarizzano con il circuito. Si parte poi con turni di qualificazione in cui ogni pilota gira e viene giudicato singolarmente. I migliori 16 (o 32 a seconda del numero totale dei partecipanti) passano il turno, mentre gli altri vengono eliminati. Da lì in poi i turni non sono più singoli ma doppi, con tabellone tennistico: ci si sfida a due a due, il vincitore passa il turno entrando nei migliori 8 e così via fino alla finale. Queste sfide si svolgono su due manche: nella prima un'auto sta davanti e l'altra dietro, nella seconda si invertono le posizioni. L'obiettivo non è sorpassare l'avversario (anche se in alcuni format il sorpasso pulito e ovviamente in sovrasterzo assegna punti), ma stargli il più vicino possibile senza toccarlo.
Mad Mike Whiddett nel RADBUL Conquers Highlands con la Mazda Mx-5 RADBUL a Cromwell, in Nuova Zelanda

Mad Mike Whiddett e la sua bestiale RADBUL

© Miles Holden/Red Bull Content Pool

I piloti di drifting più famosi

Forte dei numeri di views della sua serie video Gymkhana, Ken Block è probabilmente il primo nome che, almeno per il grande pubblico, viene naturale associare alla parola drifting. Ma in realtà l’americano non ha mai partecipato a veri campionati di drifting, avendo dato precedenza nella sua carriera agonistica al rally prima e al rallycross ora.
Diverso il caso di Mad Mike Whiddett, un altro capace di arrivare ben oltre la ristretta cerchia degli appassionati con i video delle sue spettacolari performance. Ma oltre alle esibizioni, il neozelandese da anni si cimenta anche in pista, e con risultati ragguardevoli, come dimostra il titolo della Formula Drift Japan Series conquistato nel 2018. A proposito di Giappone, doveroso citare piloti che in patria sono vere e proprie star, come il pioniere Keiichi Tsuchiya, noto anche per essere apparso in Fast & Furious, o Youichi Imamura, vincitore di 4 campionati Formula Drift. Altro nome noto al grande pubblico, grazie al suo ruolo di conduttore della versione americana di Top Gear, è quello di Tanner Faust.
E l’Italia? Anche noi nel nostro piccolo abbiamo il nostro campione di traversi e gomma bruciata: si chiama Federico Sceriffo, viene da Milano, ha scoperto il drifting nel 2004 e dopo essersi affermato in Italia ha deciso di andare a confrontarsi con i grandi della specialità. Prima in Giappone, dove è riuscito a vincere nel 2012 l’International D1GP Exibition Match di Tokyo, e ora negli Stati Uniti, dove attualmente partecipa al campionato di Formula Drift.