Il via del GP degli Stati Uniti 2024 di F1
© Getty Images / Red Bull Content Pool
F1

F1, GP Stati Uniti 2024: le pagelline di Terruzzi

Vittorie - anzi, doppiette - tra giovani rampanti, arzilli vecchietti, errori grossolani e un'unica, grande conferma: voti e considerazioni sul GP degli Stati Uniti.
Di Giorgio Terruzzi
4 minuti di letturaPublished on
Anche quest'anno, dopo ogni Gran Premio di Formula 1, tornano le mie pagelline! Vuoi dare anche tu un voto ai piloti di F1? Scrivi nei commenti della mia pagina Facebook la pagella di un pilota a tua scelta utilizzando l'hashtag #pagelleterruzzi!
Ecco le mie pagelline del GP degli Stati Uniti di Formula 1 svoltosi ad Austin:
Voto 10 a Leclerc. Le ha prese da Sainz il sabato, ha mandato giù il rospo, ha messo giù il crapone e ha fatto il campione la domenica. Un aiutino da Verstappen al via, d’accordo, ma il ritmo alza il battito di tutti i ferraristi per un finale di stagione in sciambola. Ci voleva. Il Mondiale Costruttori conta come il due di picche ma è l’unico ancora alla portata, dunque, allegria.
Voto 9 a Sainz e Lawson. Carletto ha viaggiato sempre forte su una pista che ama. E a Leclerc un compagno così serve come il pane. Il bimbo Racing Bulls diventerà presto un bimbo Red Bull. Una padronanza da signore pur tornando in un weekend con Sprint Race. Ricciardo, pora stela, sembra già un lontano ricordo.
Voto 8 a Verstappen. Era atteso al varco da una masnada di teppisti pronti a fargliela pagare ancora, ma pensa te. Ha tirato fuori una vittoria e un podio, abbastanza per chiudere il Mondiale che conta. Poi a lui la danno buona troppo spesso in troppi ma transit come dicono quelli che conoscono il sanscrito.
Max Verstappen e Lando Norris

Max Verstappen e Lando Norris

© Getty Images / Red Bull Content Pool

Voto 7 a Colapinto. Dunque stiamo parlando di un ragazzo che ha portato alla Williams - pare - 4 cubi e mezzo per correre qualche corsa. Il fatto che meriterebbe di correre molte corse giustificherebbe l’investimento. Purtroppo non c’è posto per lui ed è un vero peccato. Un piccolo Magnussen, arruffato e velocissimo. Con una faccia da C’era una volta in America che fa tant romantic moment.
Voto 6 a Hulkenberg e a Russell. Nico: un bel martello. Un puntista che troverebbe spazio in ogni squadra di bocce. Il diesel più potente della Formula 1. Tra i pochi vecchietti che meritano un posto di lavoro. George, rognato, bacchettato ma robusto nel carattere per portare in fondo un weekend di sole rogne.
Voto 5 a Norris. Siamo d’accordo con te, Ciccio. Spintonato dall’impunito Max al via; punito senza motivo per sorpasso su Max nel finale. Però… No dico, però… Ecco, ci sono troppi però lungo il tuo cammino. Serve mangiare qualche altra michetta per conquistare il regno dei cieli. Un abbraccio consolatorio, dai.
Voto 4 a Piastri. Da quando gli hanno detto di aiutare Lando è irreperibile. Invece di raggiungere Austin è planato su Las Vegas per giocare alle macchinette invece di guidare una macchina come sa. Buuuuuu.
Weekend difficile per Yuki Tsunoda

Weekend difficile per Yuki Tsunoda

© Getty Images / Red Bull Content Pool

Voto 3 a Tsunoda. Era una domenica delicata. Ma anche il giorno per dimostrare di essere il bimbo più bravo della famiglia Red Bull. Seee, ciao. Peccato perché altre volte ha fatto ben meglio.
Voto 2 a Hamilton. Lui, a proposito di grandi assenti, è passato dalla pista venerdì poi si è dato alla macchia. Va bene la Mercedes era meno guardabile di Belfagor ma mollarla lì, in mezzo al Corral non è cosa da vero cowboy.
Voto 1 a Perez. Siccome al Gran Premio di casa tiene da matti, pare abbia raggiunto Città del Messico direttamente da Singapore. Sta covando la grande impresa e non ha mica tutti i torti. Festeggiatissimo peraltro da un sacco di gente con su le maschere per non farsi riconoscere da chi sa come stanno davvero le cose.
Voto 0. Voto 0? Ma ragazzi, lo sappiamo, no. La FIA non perde occasione. Una raffica di decisioni prese a spanne da mandare in panne il sistema nervoso di tutti noi. Per non parlare delle irregolarità presunte o vere - non lo sapremo mai - che formano una massa di aria fritta più nociva del buco dell’ozono. Una cricca inaffidabile che fa male, veramente, all’intera F1.