La F1 taglia il traguardo dei 1000 Gran Premi
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F1

I record e le statistiche più curiose dai primi 1000 GP di F1

La gara più lunga e quella più corta, il record di giri veloci e quello di vittorie consecutive a Monaco: un gioco in numeri per celebrare la prima pietra miliare della Formula 1
Di Red Bull Team
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Il 13 maggio 1950, 26 piloti e 5 costruttori si schierarono al via sulla pista di Silverstone per affrontarsi nei 70 giri della prima corsa valida per il Campionato del Mondo di Formula 1. L’italiano Giuseppe “Nino” Farina controllò la corsa dal primo all’ultimo giro, iniziando la cavalcata che lo avrebbe portato a conquistare il primo titolo nella storia della F1.
Molti anni dopo - 69, per la precisione, pari a 25.173 giorni - la regina del motorsport non sembra davvero la stessa di allora: sono cambiate le regole, sono cambiati molti dei nomi dei costruttori che partecipano, sono diversi i circuiti e soprattutto le macchine. Ma la F1 è viva più che mai e in Cina ha appena celebrato il traguardo dei primi 1000 GP della sua storia. Per celebrare questo momento, ripercorriamo qui alcuni dei record e delle statistiche più curiose nella storia di questo sport, un’infilata di numeri e cifre che sommati tra loro danno come risultato... indovinate un po’!

28: record di giri veloci

Considerato da molti non solo il miglior pilota della sua generazione, ma forse il miglior pilota della storia, Jim Clark è stato di sicuro l’uomo più veloce degli anni ‘60. Lo scozzese ha vinto due titoli Mondiali in F1, e la Indy 500 nel 1965, al volante di una Lotus. E avrebbe vinto sicuramente di più, se non fosse stato vittima di un incidente mortale durante una gara di Formula 2 a Hockenheim, nell’aprile 1968.
Tra le imprese che gli hanno permesso di scrivere il proprio nome nei libri di storia, vanno ricordati anche i 28 Gran Premi in cui è riuscito a realizzare il giro più veloce, sui 72 cui ha partecipato. In termini percentuali, Clark è secondo nella lista di tutti i tempi, preceduto dal solo argentino Manuel Fangio che fece segnare 23 giri veloci in 51 GP.

+374 (miglia): il GP più lungo, in Europa

In termini di distanza di gara, il GP di Francia del 1951 rimane ancora imbattuto, con una lunghezza di 374 miglia, pari a 601 km, distribuiti sui 77 giri del circuito di Reims-Gueux, nel nord del Paese. Un circuito non solo lunghissimo ma anche molto veloce, tra i più veloci anzi nel calendario della F1, grazie ai suoi due lunghissimi rettilinei di circa 2,2 km. La pista ospitò la sua ultima gara di F1 nel 1969, ed è oggi classificato monumento storico, dopo che nel 2002 i bulldozer ne hanno però distrutto ampi settori.
Tecnicamente, però, il record della distanza di gara in F1 spetta alla 500 miglia di Indianapolis, che ha fatto parte del calendario mondiale tra il 1951 e il 1960: si trattava però di una gara che vedeva solitamente al via una griglia composta quasi esclusivamente da piloti americani.
A photo of Juan Manuel Fangio and Giuseppe Nino Farina racing during the 1951 French Grand Prix.

Fangio e Farina al GP di Francia 1951

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+33 (miglia): il GP più corto

Il Gran Premio d’Australia 1991, sulle strade di Adelaide, avrebbe dovuto corrersi sulla distanza di 81 giri, utili a celebrare Ayrton Senna, che nel precedente appuntamento in Giappone aveva matematicamente conquistato il titolo piloti. Ma un diluvio torrenziale trasformò il circuito in un vero e proprio acquascivolo, e la gara venne sospesa dopo soli 16 giri.
La partenza fu incredibilmente senza incidenti, ma dopo una dozzina di giri la sequenza di incidenti, uscite di pista e testacoda, e di relative bandiere gialle, spinse i commissari a decidere per l’interruzione della corsa, che divenne così la più breve nella storia della F1. A vincere fu Senna, davanti a Mansell e Berger, con l’inglese che non prese però parte alla cerimonia sul podio, dopo essersi ferito in un incidente nelle ultime fasi della corsa. Essendo stato percorso meno del 75% della distanza originariamente prevista, a piloti e scuderie fu assegnata solo metà del punteggio. A fine gara fu proprio il pilota brasiliano a tramandare il commento definitivo sulla follia a cui si era assistito: “Questa non è stata una gara. Bisognava solo pensare a stare in pista, ed era quasi impossibile”.

+34: il maggior numero di partecipanti a un GP

È passato parecchio tempo da quando i piloti iscritti al Mondiale dovevano affrontare le pre-qualifiche per partecipare a un Gran Premio, e ancor più da quando gli organizzatori permettevano di partire praticamente a chiunque si presentasse al via. Nel 1953 le cose erano molto diverse: ben 34 macchine, delle 35 che avevano partecipato alle qualifiche, si schierarono al via del Gran Premio di Germania - settima tappa del Mondiale piloti - sul famigerato circuito del Nürburgring. Per fare una paragone, sono ben 14 monoposto in più rispetto a quelle che prendono parte ai Gp del 2019. A vincere la corsa fu Nino Farina, ancora lui: fu il suo ultimo successo in F1, a 46 anni, età che lo rende anche il più vecchio vincitore di un GP nella storia della F1.
Il GP di Germania 1953

Il GP di Germania 1953

© Popperfoto/Getty Images

+6: vittorie consecutive di un costruttore in un GP

Quella tra Ayrton Senna e la McLaren rimane la combo più iconica della storia della Formula 1. Il brasiliano ha vinto tutti i suoi 3 titoli al volante della monoposto bianca a rossa della scuderia inglese, e tra il 1988 e il 1993 è stato affiancato da altre leggende dell’automobilismo quali Alain Prost e Gerhard Berger. Durante questo periodo, la McLaren fu la forza dominante dello sport, monopolizzando ad esempio le corse disputate sul sacro circuito di Montecarlo, dove Senna vinse per 5 volte di seguito dal 1989 al 1993, dopo il successo di Prost, sempre su Mclaren, nel 1988. Sei vittorie consecutive di un costruttore su uno stesso circuito, per di più il più iconico della F1: un record che sarà molto difficile battere.
Ayrton Senna sulla McLaren MP4/5

Ayrton Senna sulla McLaren MP4/5

© Gilles Levent/DPPI

+2: i campioni del mondo americani

Sono due i piloti americani ad aver vinto il Mondiale piloti di F1: Phil Hill con la Ferrari, e Mario Andretti con la Lotus, anche se Andretti in realtà era nato in territorio allora italiano, poi diventato jugoslavo e quindi croato. Due soli campioni, a dispetto della sfilza di (validi) piloti a stelle e strisce che hanno corso in Formula 1.
Hill conquistò il titolo 1961, su Ferrari, al termine di una stagione funestata dalla morte del suo compagno e rivale Wolfgang Von Trips. Con lugubre analogia, anche il trionfo di Andretti nel 1978 fu segnato dall’incidente fatale, a Monza, del suo compagno Ronnie Peterson.
A photo of Mario Andretti and Ronnie Peterson celebrating on the podium after the 1978 Grand Prix Of The Netherlands.

Mario Andretti sul podio nel 1978

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+382: record di GP corsi da una scuderia senza mai vincere

La scuderia Arrows partecipò al Mondiale F1 tra il 1978 e il 2002. Tre decadi, 24 anni, un periodo abbastanza lungo per vincere un Gran Premi, giusto? Forse no.
In questi 24 anni, infatti, il team non assaporò mai il successo, dovendosi accontentare di 9 podi, nonostante al volante delle sue monoposto si siano alternati dei grandi come Thierry Boutsen, Eddie Cheever, Alan Jones, Riccardo Patrese e Damon Hill.
Proprio Hill fu protagonista dell’episodio più sfortunato nella storia della scuderia britannica: al Gp di Ungheria 1997 Hill, campione del mondo in carica (titolo conquistato l’anno prima con Williams), arrivò in testa all’ultimo giro, pronto per regalare alla Arrows la prima storica vittoria, prima che un improvviso guasto idraulico lo costringesse a rallenare e lasciare il gradino più alto del podio a Jacques Villeneuve.
Damon Hill

La sconfitta di Damon Hill al GP d'Ungheria del 1997

© Michael Coopern/Getty Images

+91: record di vittorie per un pilota

Tra la sua prima gara nel 1991 con la Jordan, e il primo ritiro nel 2006, Michael Schumacher ha vinto due titoli mondiali con la Benetton, seguiti dall’incredibile infilata di 5 mondiali con la Ferrari. Lungo la strada per ottenere questi allori, Schumi mise insieme la bellezza di ben 91 GP vinti, 155 podi, 68 pole position e 1.566 punti. Per numero di GP vinti, il secondo in classifica è l’attuale campione del mondo Lewis Hamilton, con 73 successi. Visto come stanno andando queste stagioni, l’inglese ha la possibilità di insidiare il record di Schumi, dopo averlo superato per il numero di pole position, con l’alfiere Mercedes già a quota 84 e pronto ad aggiungerne altre.

+15: record di podi ottenuti da un costruttore senza mai vincere

Se il record i 382 gare senza mai vincere della Arrows fa impressione, che dire della British American Racing, meglio nota come BAR?
La scuderia fece il suo ingresso in griglia nel 1999, con l’importante sostegno economico di un’azienda di tabacco e il campione del mondo 1997 Jacques Villeneuve come pilota di punta. Ma nel primo anno il team non riuscì a raccogliere neanche un punto, e le cose in seguito andarono un po’ meglio, ma non troppo.
Nel 2001 arrivarono i primi 2 podi sempre con Villeneuve, ma solo nel 2004, con la coppia Jenson Button - Takuma Sato, la scuderia iniziò a raccogliere i frutti degli investimenti fatti, chiudendo il Mondiale costruttori al secondo posto, con 11 posti complessivi, ma ancora senza nessuna vittoria.
A photo of UK F1 driver Jenson Button driving for BAR (British American Racing) at the 2006 Canadian Grand Prix in Montreal.

Jenson Button racing for British American Racing

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+22: peggior posizione in griglia di un vincitore di GP

John Watson è uno degli eroi britannici un po’ dimenticati della storia della F1. Tra il 1973 e il 1985, il pilota nato a Belfast vinse 5 GP con Penske e McLaren, e andò a un passo dal Mondiale piloti 1982. Ma la performance che ha consegnato il suo nome ai libri di storia della F1 è questa: Watson partì dalla 22esima posizione in griglia dopo una pessima qualifica, ma in gara cominciò a risalire il gruppo con la sua McLaren, e con una mix di coraggio, abilità e colpi di fortuna sotto forma di ritiri altrui riuscì a superare tutti, finendo per vincere con oltre 30 secondi di vantaggio sul compagno Niki Lauda.

+13: record di vittorie in una stagione

In un periodo in cui il calendario di F1 diventa sempre più corposo (dai 17 GP del 2000 siamo passati ai 19 del 2010 fino ai 21 attuali), l’attuale record di vittorie in una singola stagione potrebbe essere presto battuto. A detenerlo, al momento, sono Michael Schumacher e Sebastian Vettel, con 13 successi. Schumacher lo stabili nel 2004 con la Ferrari, anno in cui conquistò il settimo e ultimo titolo mondiale vincendo tra l’altro 12 delle prime 13 gare, di cui 7 di fila. Nove anni dopo, nel 2013, Vettel lo eguaglia al volante della Red Bull Racing, superando il suo idolo con una striscia di 9 vittorie consecutive negli ultimi 9 appuntamenti stagionali.
A photo of Sebastian Vettel in his helmet, in his car.

Sebastian Vettel

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