Nelle ultime stagioni di Coppa del Mondo di cross country abbiamo capito che l’asticella del livello tecnico dei percorsi si è alzata radicalmente. I rider hanno cominciato a chiedere soluzioni alternative in termini di materiali e in particolar modo più travel delle sospensioni e telai più stabili.
Ovviamente le aziende, seguendo le esigenze dei professionisti, hanno aggredito il mercato con una nuova tipologia di mountain bike biammortizzata che prende spunto dal cross country così come dal mondo gravity. Il Downcountry è un nuovo stile che vede l’apparizione di angoli di sterzo abbondanti - fino a 66° - per una stabilità suprema in discesa, ma anche piantoni molto verticalizzati per la massima efficienza in fase di spinta, con valori che arrivano a 76°. In tutto ciò il travel delle sospensioni è cresciuto: il Downcountry prevede sospensioni da 120 millimetri di travel, l’utilizzo del telescopico, ma un peso che si mantiene ancora vicino a quello delle più classiche delle cross country.
Sulla componentistica spiccano gomme da sezioni che difficilmente scendono sotto i 2.3” (per arrivare anche a 2.4”), e così la larghezza di un manubrio rimasto tendente al flat per forma si è dilatata di pari passo arrivando ai 76 cm quasi standardizzati.
Chi sceglie una downcountry ha voglia di velocità e reattività, vuole poter affrontare grandi salite senza sforzi immani e non limitando il divertimento in discesa. Grazie alle geometrie e ai componenti, le down country sono al tempo stesso biammortizzate da gara e da divertimento puro.
Ecco quindi le migliori biciclette down country del 2022
1. SCOTT Spark RC
La Scott Spark è la biammortizzata che più di tutte incarna questo stile. In realtà fa parlare di sé anche per l’assenza di un ammortizzatore in vista, ma le geometrie si distaccano in maniera netta dal cross country puro per abbracciare il down country. La cosa più radicalmente cross country è l’impiego sull’intera gamma di sospensioni da 120 millimetri, facendo completamente sparire dal catalogo le versioni da 100 mm. È il mezzo da gara per antonomasia, progettato in collaborazione con il nove volte campione del mondo di cross country Nino Schurter. Sulla Scott Spark si trova uno degli angoli più aperti sulla piazza, con un’inclinazione di 67,3°, un valore che ricorda biciclette da trail o all mountain, ma che assicura grande stabilità oltre a sterzata pronta grazie a un manubrio dall’attacco ridotto. Il piantone sella invece è inclinato di 76° per una posizione centrata ed efficiente. Sulla Scott Spark si trova anche all’anteriore un disco da 180 mm: più divertimento, più reattività, ma anche più sicurezza. In gamma la Scott Spark è presente con 9 allestimenti e un prezzo di partenza di 3.899 euro (in cui è già presente un telaio in carbonio).
2. Santa Cruz Blur TR
La nuova Blur dice prima di tutto addio a uno schema sospensivo brevettato come il VPP per fare spazio al Superlight, una nuova tecnologia applicata allo schema sospensivo che non sfrutta punti di infulcro a parti rotanti, ma la flessione dei foderi alti del carro. Sono stati risparmiati in questo passaggio ben 289 grammi e anche le geometrie sono cambiate non poco. La versione TR è quella più down country, con un angolo di sterzo da 67,1° e un piantone inclinato a 75°. Sulla nuova Blur la misura del reach cambia a seconda della taglia, e allo stesso modo si comporta anche quella dei foderi bassi per una soluzione che rende perfettamente proporzionata la geometria per le differenti stature del biker. Sulla taglia M, la lunghezza dei foderi è di 433 mm. Una geometria molto aggressiva per il mondo racing ma anche travel della sospensione adattato agli ostacoli che si ritrovano ora in gara e sui percorsi di tutti i giorni, con un travel da 120 mm all’anteriore e 115 millimetri invece per la sospensione posteriore. Cinque versioni sono disponibili in configurazione TR, mentre altre 5 sono quelle denominate XC. Il prezzo di partenza è di 4.999 euro.
3. Canyon Lux Trail
La Canyon Lux è considerabile una delle più aggressive biammortizzate da cross country. Quando uscì nel 2018 la sua linea sorprese tutti, ma ben presto ci fu la necessità di aggiornare la piattaforma per seguire la scia di un mercato orientato verso il down country. La declinazione Trail della Lux ha proprio questo scopo, mantenendo la linea accattivante della Lux ma con un po’ di pepe nelle geometrie. All’anteriore quindi si trova un angolo di sterzo di 67,5° contrapposto a quello di sella di 74,5°, con travel delle sospensioni da 120 mm all’anteriore e 110 al posteriore. Il telaio è ovviamente abbinato a ruote da 29” con pneumatici da 2.4” di sezione. Anche Canyon offre un’intera gamma di modelli in carbonio, fondati su uno schema sospensivo che si ispira a quello delle sue biciclette dalle più estese escursioni - ossia il Triple Phase - per un affondamento controllato e mai sbilanciato. La Lux Trail è presente con quattro allestimenti e un prezzo che parte da 3.299 euro.
4. Lapierre XRM
Il brand francese Lapierre torna all’assalto del cross country e lo fa con due modelli dall’altissimo potenziale di divertimento e performance. La XRM è la versione più muscolosa della XR, definita dall’azienda come marathon bike capace però di incorporare tutte le caratteristiche di una down country. Anche in Lapierre la forte tradizione di sviluppo delle mountain bike per la discesa ha fatto la sua parte, e sulla XRM molti dei concetti impiegati nel gravity si ritrovano in chiave down country. L’angolo di sterzo è fissato a ben 66° con una sospensione da 120 mm, mentre al posteriore si trova un ammortizzatore da 110 mm con un angolo sella di 74,5°. In Lapierre si è lavorato molto sulla struttura dello schema sospensivo dotato di una cinematica equilibrata per conferire reattività e rigidità, ma anche progressività in fase di affondamento. Da uno schema a quadrilatero anche Lapierre è passata a un pivotless e il prodotto promette scintille. La Lapierre XRM attualmente in gamma è presente in due versioni che affiancano le tre della XR, con un prezzo di partenza di 3.799 euro e un allestimento a cui non serve nient’altro se non un rider che sia in grado di valorizzarlo. Tutti i telai in gamma sono costruiti in fibra di carbonio ad alto modulo.
5. Specialized Epic evo
La Specialized Epic è una delle biammortizzate da gara più iconiche e rinomate dell’intero panorama offroad. Un modello da sempre incentrato sulla performance e il mondo gare che anche con la Epic Evo ha mantenuto la stessa ispirazione, pur con un margine più ampio di utilizzo. La Epic Evo presenta sospensioni da 120 e 110 mm. Rispetto alla Epic che tutti conoscevano non è stato impiegato qui il sistema Brain, brevetto inconfondibile dell’azienda di Morgan Hill: una scelta dettata dall'impronta più ludica inizialmente data alla Evo, alle origini pensata per un utilizzo in ambito fun. Ora però anche i rider dello Specialized Factory hanno dimostrato di averne bisogno in Coppa, e proprio Sarrou sta utilizzando questa versione. I freni sono a quattro pistoni, gli pneumatici da 2,3" e non manca il fondamentale reggisella telescopico. Specialized è una delle poche che anche su un modello di questo tipo offre la possibilità di modificare la geometria tramite flip chip. Quattro sono gli allestimenti, con prezzi compresi tra 3.999 e 6.789 € per quelli basati su telaio Carbon Fact 11m, mentre il più pregiato Carbon Fact 12m compare sulla S-Works Epic Evo da 12.399 €.
6. Yeti SB115
Yeti non si è mai concentrata eccessivamente sullo sviluppo di biciclette da cross country, ma la sua SB115 è proprio quel modello che crea quel ponte di collegamento tra tutti i modelli in gamma con travel estesi e la vena più pedalata. Ovviamente non manca lo schema che sfrutta il Switch Infinity, un sistema sospensivo realizzato in collaborazione con Fox che da sempre è presente sulle Yeti, che qui però è ruotato di 90°. Come dice il nome la SB115 ha un travel da 115 millimetri al posteriore, con un andamento molto reattivo e progressivo per gli ambiti più pedalati. I gradi di inclinazione dello sterzo sono 67,5°, e davanti si trova una sospensione Fox 34 con travel da 130 mm. Gli allestimenti presenti in gamma sono 6, ed è ovviamente possibile scegliere anche il caratteristico colore turchese.
7. Kona HEI HEI
Il marchio canadese Kona ha sempre visto il cross country con un occhio particolare, forse in anticipo sui tempi, mettendo il controllo e la confidenza nella guida davanti alle prestazioni dure e pure. La storica piattaforma Hei Hei è stata rinnovata l'anno scorso con nuovi modelli in carbonio dal travel maggiorato e dalla geometria più moderna e aggressiva. Questa stagione la full suspended da "fun country" - come la chiama Kona - va oltre, con un carro posteriore ancora più efficace e specifiche aggiornate per i tre allestimenti dal rapporto qualità prezzo ancora più vantaggioso. I due kit CR e CR/DL con telaio in carbonio sono disponibili a cifre che oscillano tra i 3.999 e i 5.999 €, mentre nel caso in cui si voglia invece optare per il telaio in alluminio Hei Hei saranno sufficienti 2.499 €.
8. Trek Top Fuel
Nella gamma Trek la Top Fuel era presente come full suspended da XC/Marathon, ma ora si è evoluta strizzando l'occhio al trail riding e diventando una onesta biammortizzata da downcountry. Tutti gli elementi sono presenti, con un leggero telaio in carbonio OCLV dalle geometrie che offrono controllo e comfort senza però abbandonare l’indole racing e con angoli ancora più estremi, da 66 all’anteriore e 76 al posteriore. Il travel posteriore è di 120 mm mentre all'anteriore la forcella è da 120 mm, ma anche sulla Trek Top Fuel non manca un flip chip per variare ulteriormente la geometria. Il marchio statunitense propone tre versioni full carbon con prezzi compresi tra 4.199 e 12.099 €, e due più economiche con telaio in alluminio Alpha (2.669 e 3.489 €).
9. NS Bikes
Il brand polacco NS Bikes lo conosceranno veramente in pochi - forse i più legati al mondo dirt e urban - ma l’azienda offre una vasta gamma con modelli gravity che passano anche per il Downcountry. La Synonym vanta alcune delle geometrie più aggressive per il mondo del cross country. Ancora permangono le sospensioni da 100 mm, che hanno una giustificazione in relazione proprio ai valori del telaio: l’angolo di sella della Synonym è infatti di 77 gradi, mentre quello di sterzo è di 67. Il suo ingresso un po’ in sordina non ha permesso di far apprezzare questo modello come tutti gli altri, facendo sì che sia ancora considerato una chicca da appassionati veri disponibile però a prezzi molto onesti. Due sono gli allestimenti, con un prezzo di partenza di 4.799 euro.
10. Cannondale Scalpel SE
La Cannondale Scalpel SE è un chiaro esempio di come una super efficace arma da XC si possa reincarnare tranquillamente in una bici maggiormente versatile e pensata per una più ampia fetta di pubblico. La Scalpel SE è la gemella della più aggressiva Scalpel, con l’introduzione però di 120 mm di travel all'anteriore e al posteriore. All’anteriore uno dei segni distintivi di Cannondale, la Lefty, lascia spazio a forcelle “tradizionali” a doppio stelo da 35 mm su tre delle quattro versioni presenti in gamma, con la versione LTD che non si fa mancare neppure questo componente fortemente apprezzato. Anche qui gli angoli più abbondanti conferiscono maggiore stabilità e controllo. La Scalpel SE vanta - in quanto Scalpel - la presenza di un FlexPivot su tutti i modelli, che sono ben quattro.
11. Bmc Fourstroke LT
Si può dire che la BMC Fourstroke sia la madre di tutte le downcountry presenti oggi sul mercato. È il modello che prima di tutti ha visto la necessità di introdurre nuove geometrie e standard, nettamente in anticipo su tutti gli altri. Come su tanti altri dei modelli qui presentati è presente una doppia sospensione da 120 mm, con uno schema posteriore Dual Link e forcella da 34 anteriore per una maggiore solidità e precisione di guida. Tutti i modelli sono pensati per il mondo delle competizioni, con un telaio realizzato in carbonio e la presenza di un esclusivo telescopico integrato nel telaio con una sezione ellittica (il RAD). Ben quattro sono gli allestimenti in gamma.
12. Megamo Track
Anche dalla Spagna la visione si allarga verso il Downcountry e la nuova Megamo Track è pensata anche in un’alternativa dalle forme più generose. La Track R120 è la declinazione più Downcountry della gamma, con sospensioni da 120 mm e una geometria adattata alle richieste attuali. Megamo con questo modello non ha voluto chiudersi sul mondo del cross country, decidendo invece di proporsi come valida soluzione anche per le lunghe distanze del marathon con sospensioni dotate di un controllo a tre posizioni di serie.