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OffGridBox
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New Heroes: OffGridBox
Una "scatola" che produce energia e purifica l'acqua, rendendola potabile
Di Oscar di Montigny
5 minuti di letturaPublished on
«Non è immediato uscire dalle tenebre se sei abituato al buio», dice Emiliano parlando del Ruanda e dei villaggi rurali dove ha portato la sua OffGridBox, una "scatola" che produce energia e purifica l'acqua, rendendola potabile.
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«Per l'acqua c'è la fila - racconta - per l'energia meno. Lì gli abitanti vivono seguendo il ritmo della natura, ci si sveglia presto e si va a dormire al calar della sera. Non c’è ancora l’abitudine di accendere la luce quando fa buio». A pensarci bene, quella frase descrive perfettamente anche la storia del Ruanda, segnata dal genocidio del 1994: l’etnia hutu contro la minoranza tutsi (anche se molte furono le vittime anche fra gli hutu moderati), almeno 500mila persone uccise in soli 100 giorni.
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OffGridBox© Red Bull Team
Per sanare quella ferita ci sono voluti 24 anni. Oggi il Ruanda è sempre più lontano dalle tenebre del passato ed è diventato uno dei paesi africani politicamente ed economicamente più stabili, anche se permangono delle sacche di arretratezza che condizionano fortemente la vita dei cittadini. È per questo che Emiliano lo ha scelto come sua seconda casa e ha deciso di portare lì la sua invenzione, OffGridBox, un dispositivo che potrebbe salvare la vita di migliaia di ruandesi (e non solo).

Cos’è OffGridBox

OffGridBox è un piccolo container di due metri per lato. Il tetto è sovrastato da pannelli fotovoltaici collegati a delle batterie che accumulano l’energia raccolta. All’interno c’è un serbatoio da mille litri circa, un sofisticato impianto di purificazione dell’acqua, accompagnato in alcuni casi da un sistema di desalinizzazione e da un collettore di acque piovane, prese elettriche e porte USB dalle quali è possibile ricaricare cellulari e power bank e, infine, un hotspot wifi.
«L’idea – racconta Emiliano – ci è venuta in Sudafrica. Stavamo costruendo degli asili in una zona che non era collegata né alla rete elettrica né a quella idrica, e avevamo bisogno di una soluzione pratica per avere acqua e corrente a portata di mano». Da quella necessità è nato uno strumento duttile, che può essere montato e smontato in sole tre ore e che si presta a soddisfare esigenze diverse: dare acqua ed energia a un villaggio rurale di 400 persone in Ruanda, aiutare una popolazione colpita da una catastrofe naturale, come è accaduto nel 2014 nelle Filippine devastate dal tifone Haiyan, o semplicemente garantire l’autosufficienza idrica ed energetica a chi decide di vivere “off the grid”, staccato dalla rete.
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OffGridBox© Wyatt Roy

Focus nel lavoro, visione nel futuro

In Ruanda al momento ci sono sei OffGridBox e sono tutte gestite e manutenute dalle donne del villaggio: «La nostra non è una scelta isolata, qui il tema del Women Empowerment è molto sentito». Basta dare un’occhiata alle statistiche per rendersene conto: nel 1990 il 17% dei parlamentari era donna, negli anni successivi questo numero è salito vertiginosamente arrivando a toccare il 67% nel 2017, la percentuale più alta al mondo. «È importante che questa tendenza si consolidi anche nei villaggi – dice Emiliano - dove le ragazze cominciano a fare figli da quando hanno 14 anni. Con noi imparano le basi dell’energia solare e dei trattamenti dell’acqua, le prepariamo a gestire la contabilità e gli utenti. Così facendo, diamo loro autorevolezza e il resto del villaggio le guarda con occhi diversi».
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OffGridBox© Wyatt Roy

Tecnologia e bisogno di energia

A gennaio di quest’anno, OffGridBox è stata premiata al CES di Las Vegas, una delle più grandi fiere dedicate all’innovazione. Il progetto è stato inserito nella categoria “Not impossible”, insieme ad altre quattro start-up che, potenzialmente, potrebbero cambiare il mondo. Un successo arrivato dopo anni di lavoro e cambiamenti in corsa, come la decisione di incubare la start-up a Boston, dove Emiliano è riuscito a individuare un modello di sviluppo sostenibile, esportabile e compatibile col potere d’acquisto delle aree del mondo in cui OffGridBox ha trovato la sua prima applicazione.
«Il modello si chiama "pay as you go", non ci sono canoni fissi, paghi soltanto quando vuoi ricaricare la tanica d’acqua o il powerbank. Ogni ricarica costa 15 centesimi di euro, l’equivalente di 4 banane. In questo modo riusciamo a pagare lo stipendio del personale autoctono, a coprire le spese di manutenzione e a garantirci quel margine che ci consente di continuare a espandere il progetto».

L’innovazione al servizio della collettività

In Ruanda Emiliano sta aiutando una popolazione che ha un’aspettativa di vita media di 67 anni. «Il 100% delle fonti d’acqua qui è contaminato dalle feci – dice - e garantire l’accesso all’acqua potabile significa ridurre una delle principali cause di morte: la dissenteria”. Il suo percorso, in ogni caso, non toccherà soltanto i paesi in via di sviluppo. Dietro l’OffGridBox c’è la filosofia “Off Grid”, fuori dalla rete, un modello di vita più sostenibile e genuinamente autarchico, in cui l’impronta ecologica dell’uomo è fortemente ridotta.
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OffGridBox© Wyatt Roy
Diffondere questa cultura sarà forse la sfida più grande, ma la prima pietra è già stata messa: si chiama OffGridAcademy, una scuola che si affaccia sulla cima di una collina del Parco Regionale di Ginezzo, a Cortona, in provincia di Arezzo: «Qui insegniamo a fare l’orto, a produrre pane e miele, spieghiamo le basi dell’energia solare e degli impianti di purificazione dell’acqua. Non prendermi per pazzo, non penso che stiamo andando incontro a un'imminente fine del mondo, credo però che il nostro modello di sviluppo non sia sostenibile e che in futuro dovremo imparare a vivere con, e non contro, la natura».
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