Antonio Giovinazzi è solo l'ultimo di una serie di italiani ad aver messo piede su un circuito di Formula 1. Un esempio recente è Raffaele Marciello, al volante della Sauber nella prima sessione di prove sul circuito di Sepang, nel 2015. Sullo stesso tracciato aveva vissuto un’analoga esperienza Davide Valsecchi nel 2011 con la Lotus: il comasco aveva fatto segnare il 21° tempo (su 24), accusando un ritardo di 2 secondi e 432 millesimi dall’auto gemella di Jarno Trulli. Proprio Trulli è con Vitantonio Liuzzi l’ultimo italiano ad aver guidato in F1 durante un week-end in gara: la loro ultima esperienza risale al GP Brasile 2011 e si concluse con entrambi fuori dalla zona punti.
Sono solo 6 però i nostri connazionali ad aver vinto più di un GP. Scopriamo insieme chi sono.
Dopo le prime 4 edizioni del Mondiale l’Italia era considerata una potenza, avendo vinto già 3 titoli Piloti (non esisteva il Costruttori). Nemmeno il più pessimista avrebbe immaginato che una sessantina di anni dopo l’Italia sarebbe rimasta ferma a quota 3. Diamo quindi merito al milanese Ascari che ci ha regalato due corone iridate (1952 e 1953), aggiudicandosi la bellezza di 13 Gran Premi, tutti con la Ferrari. Tredici successi racchiusi in 3 campionati (1951-53), impresa non da poco per un’epoca contraddistinta da 8-9 gare stagionali. Ascari ne vinse addirittura 7 di fila, record battuto dalla Red Bull di Sebastian Vettel nel 2013.
L’italiano con più GP disputati (256) ha corso in F1 dal 1977 al 1993 per 6 differenti scuderie. Per molti anni Patrese si è dovuto accontentare di piazzamenti di rincalzo ma alla prima occasione ha piazzato la zampata: vittoria sotto la pioggia al GP Montecarlo 1982 con un giro di vantaggio sugli inseguitori. Successo bissato l’anno dopo in SudAfrica. Poi più nulla per altri 7 anni, fino all’approdo in Williams. Con la scuderia inglese ha colto altri 4 trionfi che però impallidiscono con le 14 vittorie ottenute nel frattempo dal compagno di squadra Nigel Mansell.
L’uomo delle prime: primo di sempre a vincere un GP del Mondiale (Inghilterra) e primo di sempre a conquistare un Mondiale (1950), entrambi con l’Alfa Romeo. Nino Farina continuerà a vincere fino al 1953, ma con un pizzico di fortuna sarebbe potuto arrivare in doppia cifra: chiude la carriera con 5 vittorie, 9 secondi posti e 6 terzi. Anche l’epoca non l’ha aiutato: se il Mondiale fosse iniziato qualche anno prima le vittorie del torinese avrebbero potute essere molte di più perché già nel 1940 si era aggiudicato il Tripoli Grand Prix. Diversi anche i suoi successi in gare fuori campionato.
Lo sfortunato milanese è ancora oggi l’ultimo italiano ad aver vinto un GP con la Ferrari. A Maranello arrivò dopo essersi messo in luce con la Tyrrell: al GP Las Vegas 1982 Alboreto l’aveva riportata sul gradino più alto del podio dopo 4 anni di astinenza. Concesse il bis l’anno dopo a Detroit, poi fu ingaggiato da Enzo Ferrari: il primo anno si accontentò di una vittoria ma nel 1985 se ne aggiudicò un paio e se non fosse stato per i 7 ritiri (sette!) per guasti alla 031 avrebbe potuto contendere il titolo fino alla fine alla McLaren di Alain Prost.
Secondo italiano per GP disputati (229), il romano è uno dei talenti lanciati da Giancarlo Minardi. Per la prima vittoria dovette attendere 7 anni e 5 giorni: già, perché inizialmente classificato secondo al GP Brasile del 2003, si vide attribuire la vittoria solo il venerdì seguente. Il GP era stato sospeso per l’incidente di Fernando Alonso e il successo assegnato a Kimi Raikkonen, ma c’era stato un errore nel cronometraggio. Negli anni seguenti Fisichella ha trionfato 2 volte con la Renault e ha sfiorato uno storico successo a Spa con la Force India, beffato di 9 decimi da Raikkonen.
06
Elio De Angelis - 2 vittorie
A differenza di Alboreto, strappato alla vita dopo aver lasciato la F1, il romano è stato vittima di un incidente mortale quando ancora correva nel circus iridato. Messosi in luce con la Shadow, passò nel 1980 alla Lotus, sfiorando la vittoria al secondo GP. Il primo hurrah arrivò però solo due anni dopo, al GP Austria: De Angelis beffò Keke Rosberg di soli 50 millesimi. Ancora più singolare il bis, ottenuto al GP San Marino 1985: De Angelis chiuse alle spalle di Alain Prost ma la McLaren del transalpino era sottopeso di 4 kg e pertanto venne esclusa dalla classifica.
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