La vita artistica e non di tha Supreme è ancora un capitolo aperto. In parte perché è ancora da scrivere, essendo Davide Mattei nato nel 2001, e in parte perché finora le informazioni su di lui sono state proprio poche, centellinatissime.
Le poche interviste mai rilasciate dal rapper di “Blun7 a Swishland” risalgono tutte al periodo in cui faceva il produttore a tempo pieno per Salmo e altri della cricca di Machete. Ma dopo la metamorfosi da beatmaker a cantante-cartone animato con la felpa viola, è come se il nome di tha Supreme si sia ammantato di mistero. E la cosa, come insegna la sequela di predecessori che va dai Daft Punk a Liberato, dai Gorillaz a Banksy, non fa che fomentare ulteriormente l’attenzione. Per cui a questo punto la domanda è più che lecita: chi è tha Supreme? Ecco tutto quello che sappiamo.
Le origini
Davide Mattei nasce a Fiumicino il 17 aprile 2001. In famiglia la musica è qualcosa di concreto, essendo anche la sorella maggiore Sara (in arte Mara Sattei) una cantante in erba, che poi Davide inizierà a produrre. A 12 anni, tha Supreme inizia a reinterpretare in chiave strumentale le canzoni dei suoi artisti preferiti, fra cui Salmo. Si fa le ossa così, prima di cominciare a produrre le sue prime basi originali a 14 anni. «E da qui ho capito che dovevo prendere sul serio la cosa» racconta in un’intervista del 2017 a DJ Mag. A 15 anni molla le superiori per dedicarsi a tempo pieno alle produzioni, mentre a 16 inizia a prendere lezioni di teoria musicale.
“Perdonami” di Salmo e il successo
Contrariamente a quanto si pensa, il primo singolo da rapper arriva prima del punto di svolta della sua carriera, vale a dire la produzione di “Perdonami” di Salmo. “6itch” infatti, che come i brani che verranno dopo gioca sulla somiglianza grafica che hanno i numeri e le lettere (in questo caso il 6 e la b), viene pubblicata sul suo YouTube il 6 ottobre 2017, un paio di mesi prima di “Perdonami” del rapper sardo.
«Iniziare a scrivere sui miei beat non faceva parte dei piani» racconta nel 2018 a Noisey. «Diciamo che è successo per necessità, forse per dare una voce vera e propria a quello che fino a qualche mese fa dicevo solo con i beat. “6itch”, per esempio, è stato il mio primo vero e proprio pezzo. L'ho scritto per sfogo e l’ho caricato su YouTube il giorno dopo senza aver nemmeno curato benissimo il mix: inaspettatamente è stato apprezzato tantissimo, allora ho deciso di caricarlo su Spotify finendo nel giro di una settimana nella top 50 Viral Italia con un lavoro fatto in nemmeno un giorno».
Nonostante il successo e la soddisfazione inaspettati, Davide è convinto che “6itch” sarà la sua prima e ultima canzone. Ma un commento profetico sotto il video YouTube di due anni fa recita: “Se Dasup inizia anche a scrivere pezzi sui suoi beat è finita, ritiratevi a vita privata”. E così è stato.
Col senno di poi, produrre “Perdonami” di Salmo ha dato semplicemente il giusto boost di visibilità che meritava “6itch”, poi remixata con una strofa aggiuntiva di Nitro e inserita nel primo album del 2019.
23 6451
Alla domanda di DJ Mag “Cosa vuoi fare da grande?” il tha Supreme del 2017 risponde: «Quello che faccio adesso, anche se mi piacerebbe combinare varie arti. Per ora penso al presente». Fatto sta che poi queste arti le combina per davvero. Parallelamente alle produzioni, che proseguono per Dani Faiv (“Gameboy Color”, “La La La La La”, “Fruit Joint”) e “Chairaggione” di Nitro, Davide pubblica anche il suo secondo singolo, “5olo”, il 9 febbraio 2018. Visto l’interesse crescente dei fan e la sicurezza di sé sempre più solida, non passano neanche 4 mesi che esce già il terzo pezzo da solista, “Scuol4”, seguito a ruota da “Oh 9od” feat. Nayt. È qui che, con un video animato che ricorda molto lo stile di Rick & Morty, tha Supreme completa la metamorfosi in cartone animato, una versione in felpa viola e joint in mano con una precisa allusione all’estetica di Rick & Morty.
La seconda parte del 2019 riserva a Davide un posto da artista di spicco della scena rap e tra italiana. Partecipa a luglio al Machete Mixtape 4, presta la voce nel ritornello di “Supreme - L’ego” di Marracash feat. Sfera Ebbasta.
Il coronamento del successo arriva definitivamente a novembre 2019, con l’uscita di “Blun7 a Swishland”, che con un doppio platino e 5 settimane consecutive al primo posto anticipa nel migliore dei modi il primo album “23 6451” (in alfabeto leet internettiano significa “Le basi”), uscito il 15 novembre 2019 per Epic/Sony.
A questo punto, il ragazzino/cartone animato con la felpa viola spopola un po’ ovunque in Italia, anche grazie alla versione statua che viene piazzata in mezzo alla Stazione Centrale di Milano e anche la versione ologramma canterà a X Factor.
Continua a produrre la sorella Mara Sattei, nelle “Nuova registrazione 326” e “402” e nel 2020 anche il pezzo “Marymango” di Ghali.
Le migliori canzoni di tha Supreme
Blun7 a Swishland
Beat, voce cantata e tappata e chitarra acustica come nei più grandi pezzi di XXXTentacion: è così che The Supreme si è ritagliato la sua fetta gigantesca di mondo. Aggiungici anche un testo criptico per la maggior parte degli adulti e la ricetta per un inno generazionale è servita. Ci sono moltissimi articoli online, parlo di testate decisamente adulte, che tentano di spiegare maldestramente e con una sfilza di condizionali il significato di “Swisho un blunt, a swishland”. Per cui lo facciamo qui: per fare un blunt, una canna con la cartina fatta di foglie di tabacco, ti servono le Swisher Sweets. Appunto, cartine fatte col tabacco.
6itch
È la prima, pubblicata di getto, per necessità di sfogare una necessità di artista completo, non soltanto il produttore tra parentesi dopo il titolo di un pezzo altrui. Dal punto di vista tecnico, il mix è sbilanciato, la voce è troppo “dentro” allo strumentale e non emerge abbastanza per un pezzo rap. Ma non importa, è proprio questo il bello di 6itch: l’urgenza di cantare, di mettere rime serratissime su un beat spaziale.
M8nstar
Definire rapper o produttore tha Supreme è un errore, perché qui siamo nel pop più universale del mondo. Rick Rubin, Kanye West, possiamo trovare tutti i paragoni iperbolici che vogliamo, ma per artisti come lui le etichette suonano sempre un pochino strette.